A parte la considerazione logica che non è che siccome una
cosa l'abbiamo fatta o la facciamo noi, allora solo per questo essa è sempre e
comunque giusta. Noi abbiamo occupato l'Etiopia e la Somalia, ad esempio. Da
ciò deriverebbe che è giusta l'occupazione militare di altri paesi (o anche del
nostro stesso)?? A parte questo appunto, e con riferimento al passato, non è
ragionevolmente possibile un paragone tra la nostra emigrazione e l’attuale
invasione in corso dell'Europa e dell’Italia, da nessun punto di vista.
L’emigrazione italiana non è mai stata invasiva, gli
italiani andarono per lo più in posti senza un popolo (se non quello autoctono
ormai quasi completamente sterminato), e che non appartenevano a nessuno, di
estensione immensa e a bassissima densità di
popolazione (le americhe), abitati, come lo sono oggi,
soltanto da “immigrati”.
In Europa la nostra emigrazione è stata piccola e non tale
da sfigurare e disintegrare i
popoli locali. E comunque è sempre stata
un'emigrazione regolare, controllata e
legale. Non clandestina.
Quando invece la cosiddetta "immigrazione"
attuale è sregolata, incontrollata e illegale, e inoltre falsa, non spontanea,
chiaramente voluta, pilotata, programmata, organizzata e favorita dall'esterno,
condotta con l'inganno e la violenza morale, alimentando e sfruttando sensi di
colpa e creando e diffondendo alienazione.
La prova logica della programmazione ed artificiosità
di questa falsa immigrazione sta nel fatto che continuamente lor signori
ci ricordano che "abbiamo bisogno dei migranti per far fronte alla crisi
demografica". E’ questa praticamente una confessione, del
fatto che non si tratta di una transumanza spontanea, ma voluta e indotta dalle
necessità del capitale e di questa economia criminale e di morte a cui serve
innanzitutto forza lavoro schiavistica, e contemporaneamente, attraverso
l’immissione massiccia di alienità, la disintegrazione delle comunità nazionali
e di ogni diversità locale, al fine di omologare il mondo al suo modello
socio-economico unico e uguale ovunque.
L'ignobile menzogna dei profughi, che "fuggono dalla
guerra e dalla fame", quando da che mondo è mondo i veri profughi si sono
sempre rifugiati nei paesi limitrofi, e non partiti per l’altro capo del mondo,
là dove, guarda caso, c’è da “prendere” in abbondanza, e dove, guarda ancora il
caso, i “padroni” hanno vitale bisogno di loro come “schiavitù di riserva”, e in tutti i modi li invitano, favoriscono e
proteggono, colludendo con la criminalità e i mercanti di esseri umani,
affinchè si autodeportino.
E quando da che mondo è mondo i veri profughi sono donne,
bambini, vecchi, e non giovani maschi, forti e robusti, i quali normalmente
restano a combattere (vedi i valorosi soldati dell’esercito siriano). E invece
sono il 90% di quelli che arrivano. Ed
inoltre si tratta, come ben dimostrato e testimoniato, dei meno poveri delle
popolazioni di provenienza, potendo pagare molte migliaia di euro il
viaggio, da posti dove il tenore di vita è molto basso. In Africa ad esempio di
media un impiegato pubblico guadagna 100 € al mese. Il che significa che è come
se noi avessimo a disposizione per un viaggio decine di migliaia di euro. E
questi sarebbero i poveri ed affamati?!?
Affamati lo sono, sì, ma soltanto di consumismo
occidentale! Mentre intanto i veri poveri ed indigenti restano lì,
ignorati perché inutili. Quelli possono pure crepare.
Ci dicono poi che “fuggono dalle guerre”, ma la maggioranza
degli invasori da Africa e Medio Oriente non vengono affatto da paesi in
guerra. E metteteci anche un dato di cui non sempre ci si ricorda, e cioè che
la gran maggioranza di quelli che ci invadono non provengono dall’Africa, ma
dall’Asia, e poi dal sud America, e da altre svariate parti del mondo. Per
questi qual è la giustificazione? Da che “fuggono” questi? Dalla peste
bubbonica? O quale altra vile menzogna?!
E comunque, quando una "migrazione" è inarrestabile,
incontrollabile ed oceanica, ha un solo nome, secondo la lingua e la
corretta semantica italiana: invasione.
Nel caso dei popoli europei, trattandosi di una loro
sistematica e programmata disintegrazione, intenzionale e organizzata, siamo di
fronte a un'invasione genocida, funzionale all’economia capitalistica,
diventata ormai un mostro incontrollato che sta divorando il suo stesso corpo,
cioè noi, e la nostra umanità. Come una sorta di malattia autoimmune.
L’emigrazione italiana non è mai e in nessun luogo arrivata
a costituire in pochissimi anni il 15% e più della popolazione della nazione in
cui andava, minandone l'identità, cioè
l'esistenza.
L’emigrazione italiana non è mai e in nessun luogo arrivata
a riempire di criminali per
quasi il 50% (e in alcune città ben oltre il 50%) le
carceri locali.
E continuano ad arrivare al ritmo di centinaia di migliaia
all'anno, sempre contro la legge e contro la volontà dei popoli,
ignorati, calpestati e violentati dai loro stessi governanti, traditori. Il che
significa che in pochi anni ancora avranno occupato e privato della propria
identità, soprattutto al nord dove si insediano maggiormente, essendoci più da
depredare, gran parte del territorio italiano.
I nostri emigranti entravano regolarmente,
supercontrollati, e non clandestinamente e con l’inganno e il vile ricatto
umanitario di presunte fughe da fame o guerre inesistenti, e altre simili invereconde
e insopportabili falsità. Essi dicevano ciò che erano ed erano ciò che
dicevano. Erano veri emigranti e non falsi migranti-profughi-rifugiati, erano
poveri e non classe media benestante nei loro paesi d'origine, come sono
quelli che arrivano da noi, non furono mai ospitati in alberghi né ebbero mai
alcuna "paghetta".
La nostra emigrazione non ha mai usufruito di un ministero
apposito dell' "integrazione"
(in realtà disintegrazione) affidato addirittura ad
uno degli stessi immigrati (il colmo! Pari ad affidare ad un ladro la
progettazione della porta blindata della propria casa), come
incredibilmente accaduto qui in Italia con la Kyenge.
La nostra emigrazione non ha mai distrutto i
popoli-comunità locali, ma è stata in misura tale e in posti tali per cui
non ha arrecato alcun danno, al di là della costante funzione di esercito
industriale di riserva, che è comunque sempre sottesa al sistema capitalistico.
I nostri emigranti andarono in paesi grandi e a poca
densità di popolazione, e che erano in pieno sviluppo e crescita economica e
senza disoccupazione, non come il nostro oggi, uno dei più densamente popolati
al mondo, sull'orlo di un baratro economico e sociale, oltre che morale, e con
il 40% di disoccupazione giovanile.
Non andarono a prendere il posto dei lavoratori locali,
togliendo risorse agli abitanti del luogo, ottenendo le loro case, la loro
assistenza pubblica, le loro tasse per essere mantenuti, non si resero
protagonisti di proteste per il cibo cattivo o la mancanza del wifi, di
scorrerie e >>>>>>>>>>>>>>>violenze contro le donne (v. immagine)
di rivolte, assalti alle
frontiere, non sommersero di sé i paesi dove andarono, né furono strumento di
distruzione delle conquiste sociali dei lavoratori e della sostituzione del
popolo autoctono, cioè (e sopra a tutto) non furono uno strumento di un
vero e proprio GENOCIDIO, come è nel caso dell'Italia e dell'Europa attuali, i
cui popoli vengono intenzionalmente disintegrati e sostituiti da popolazioni
straniere.
E' una tragedia immane quella che si sta svolgendo sotto ai
nostri occhi: la perdita da parte del popolo italiano della sua patria,
costruita in lunghi secoli, amata e difesa con passione e sacrificio dai suoi
padri, e oggi rinnegata vergognosamente e ignominiosamente da figli degenerati
al seguito di un manipolo di traditori.
E questa tragedia ci viene fatta passare come una normale e
tranquilla evoluzione della nostra società connessa al “sempre esistito”
fenomeno dell’emigrazione. Società che anzi “si arricchisce” con il
multiculturalismo e la multirazzialità, che apportano diversità e che “sono una
risorsa”. E altre colossali stupidaggini del genere, del tutto erronee.
Una cosa inaudita e incredibile. Può mai una migrazione in
un luogo (e lo ha mai fatto la nostra?) comportare l’alterazione drammatica
dell’identità e la disintegrazione del popolo di quel luogo? E’ normale questo?
E’ giusto? E’ utile? Certamente no. Nè ha nulla di sensato, di logico, di
naturale. E’ pura follia, è crimine contro l’umanità, è genocidio.
Ed è una violenza inaudita anche quella che viene fatta
alle menti allo scopo di controllarle e assoggettarle al volere di questa
dittatura globale del capitale. Le più deboli ed ordinarie assimilano
pienamente l’ordine subliminare: accettare e subire passivamente l’invasione,
cioè suicidarsi!
Questa non è immigrazione. E’ un’invasione programmata e
organizzata che fa parte di un progetto criminale genocida, e che ci
sta uccidendo, soprattutto a causa dell’alienazione che ha colpito una parte
del nostro stesso popolo, di cui esso non si accorge essendoci dentro.
E’ la follia che forse colpisce tutte le civiltà, quando
‘Dio’ le vuol far morire.
Marco ZorziEtichette: capitalismo, clandestini, colonizzazione, criminalità, europa, genocidio, globalizzazione, identità, immigrazione, invasione straniera, invasioni barbariche, Marco Zorzi, migrazioni, mondialismo, popoli
1 Commenti:
Alle 3 mag 2016, 19:51:00 ,
Fiorella Bartolomucci D'Elia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page